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Il mio nemico mortale, Willa Cather

“Quando la gentilezza, anche per pochi istanti, abbandona le persone, esse ci spaventano, quasi avessero perduto la ragione. E quando abbandona un luogo in cui l’abbiamo sempre incontrata, ci sembra di far naufragio; da che ci sentivamo al sicuro, scivoliamo in un abisso ostile e senza fondo”.

Questo è uno di quei racconti che devono essere letti almeno una volta nella vita, Willa Cather riesce a trascinare il lettore all’interno della storia, non è mai facile quando si tratta di poche pagine, la prosa è leggera ma potente, riesce ad annientarti.

Il romanzo racconta, attraverso gli occhi dell’adolescente Nellie Birdseye, la vita di Myra Driscoll, l’amica d’infanzia della madre appena tornata nella città natale. Myra ebbe il coraggio di rinunciare alla spensieratezza economica in nome di un uomo e questo, visto da una ragazza, è la conferma dell’esistenza dell’amore vero, che trionfa su ogni cosa.

Si scopre però che l’amore viaggia di pari passo con l’odio, come se quest’ultimo ne facesse parte. Viene messo alla luce il rapporto coniugale, che non è altro che un compresso tra il dare e il ricevere e si arriva a realizzare che forse, la persona che più amiamo, non è altro che il nostro più vile nemico.

Una scoperta, non avevo mai letto nulla di Willa Cather, in questo racconto ho trovato la ricerca del nostro io interiore, il palesarsi delle contraddizioni e la bravura dell’essere umano di auto boicottarsi. La realizzazione di essersi circondati di valori che abbiamo sempre condannato, l’incoerenza che ci pare coerenza. Poche righe ma piene di sostanza.

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